Dulbecco, Renato (Catanzaro 1914), biologo italiano naturalizzato statunitense. Laureatosi in medicina a Torino nel 1936, al termine del conflitto mondiale lavorò presso l'istituto di anatomia gestito dall'istologo Giuseppe Levi, venendo in contatto anche con la neurobiologa italiana Rita Levi Montalcini. Nel 1947 si trasferì all'università di Bloomington, Indiana, per collaborare con il medico Salvatore Edoardo Luria; dopo avere scoperto i processi di riattivazione di batteriofagi precedentemente inattivati dalla luce ultravioletta, nel 1949 fu invitato dal biologo tedesco Max Ludwig Delbrück a lavorare presso il California Insitute of Technology (Caltech) di Pasadena. Qui si applicò allo studio di virus patogeni degli animali, e mise a punto una tecnica per saggiare l'effetto di virus diversi su colture di cellule animali; in particolare, la rilevanza dei suoi studi sui poliovirus gli permise di ottenere l'incarico come docente.

Verso la fine degli anni Cinquanta, Dulbecco cominciò a compiere ricerche sui virus oncogeni, cioè capaci di indurre tumori negli organismi da essi infettati. Il suo lavoro servì a chiarire molti aspetti delle interazioni dei virus, in particolare di quello denominato SV40, con le cellule da essi infettate. Nel 1962 si trasferì al Salk Institute di La Jolla, California, dove lavorò con il biologo molecolare statunitense David Baltimore; nel 1972 si spostò all'Imperial Cancer Research Fund Laboratories di Londra, dove ebbe modo di approfondire i suoi studi sulle forme di cancro dell'uomo indotte da virus. Successivamente ritornò negli Stati Uniti e, quindi, in Italia. Le sue ricerche sulle interazioni tra virus e cellule animali e sul ruolo dei virus oncogeni gli valsero, nel 1975, l'assegnazione del premio Nobel per la fisiologia o la medicina, che condivise con lo stesso Baltimore e il virologo statunitense Howard M. Temin.